La lira turca è in una fase di vero e proprio tracollo. Favorito dalla clamorosa e improvvida mosse di Recep Tayyip Erdogan, il quale ha inaspettatamente messo alla porta Naci Agbal, il governatore della banca centrale del paese. Colpevole di voler perseguire politiche di rigore per cercare di risollevare l’economia del Paese, non gradite al dittatore. Nelle ore successive alla riapertura del mercato dei cambi, la valuta turca ha perso il 15%, vanificando in pratica i quattro mesi precedenti, in cui si era apprezzata nei confronti di euro e dollaro.
Bitcoin balza in testa alle ricerche online in Turchia
Mentre i mercati valutari reagivano duramente contro la lira, in Turchia schizzava verso l’alto il numero delle ricerche online sul Bitcoin. Diventato il termine di ricerca più praticato in assoluto sui motori di ricerca, a livello locale, con un clamoroso +566% in circa 24 ore. Segno evidente che in una situazione di questo genere sono molti ad iniziare a pensare di convertire i propri soldi in denaro virtuale. Considerato il modo migliore per reagire ad una svalutazione che molti prevedono possa finire ben presto fuori controllo. Anche in considerazione del fatto che Erdogan intende promuovere politiche espansionistiche.
La scena crittografica turca è in grande espansione
Le notizie relative al crollo della lira arrivano in un momento molto particolare per l’economia turca. Con un numero sempre maggiore di persone che sembrano non fidarsi eccessivamente della valuta sovrana e, soprattutto, di Erdogan.
Basta in effetti dare una rapida occhiata allo Statista Global Consumer Survey del 2019 per appurare il primato conseguito dalla Turchia per quanto riguarda il numero di consumatori convertiti al denaro digitale. Proprio questa studio, che è stato effettuato coinvolgendo quelli di ben 46 Paesi di ogni parte del globo, ha infatti rivelato che addirittura il 20% di coloro che sono stati consultati in Turchia avevano già utilizzato criptovalute per l’acquisto di prodotti o servizi. Un dato il quale dovrebbe essere ulteriormente aumentato nel lasso di tempo intercorso dal sondaggio.
Bitcoin contro l’inflazione?
Il pronostico di molti analisti, in queste ore, è che potrebbe aumentare in maniera esponenziale il numero dei turchi disposti a cambiare la lira in Bitcoin. La valuta sovrana è ormai considerata un rischio troppo grande, come del resto accade in Paesi come il Venezuela o l’Argentina. Ove i livelli clamorosi dell’inflazione spingono chi riceve un salario o una pensione a convertire quanto ricevuto in denaro digitale, al fine di evitarne il rapidissimo deprezzamento. Lo stesso orientamento che potrebbe prevalere in un Paese ove già prima degli ultimi eventi gli asset digitali si erano fatti largamente apprezzare. E il quale potrebbe presto venirsi a trovare a dover combattere con la pressione sempre più forte dei mercati. Che, a loro volta, non sembrano più disposti a fidarsi delle intemperanze di un Erdogan il quale nella sua frenesia di procacciarsi il consenso della popolazione ha messo in campo una serie di decisioni assolutamente scriteriate. Con il conseguente isolamento a livello internazionale, che ora rischia di scontare con un vero e proprio assalto alla lira.