Il legame tra National Basketball Association (NBA) e criptovalute sembra destinato a rafforzarsi ancora. I Sacramento Kings, franchigia appartenente a Vivek Ranadivé, hanno infatti annunciato l’intenzione di proporre il pagamento degli stipendi a giocatori e staff tecnico in Bitcoin. L’annuncio è stato dato dallo stesso proprietario su Clubhouse e conferma la propensione del team verso l’innovazione finanziaria. I Kings sono così la prima squadra professionistica a offrire una opzione di questo genere. Resta da capire se ora anche altre squadre decideranno di adottare la stessa politica.
L’annuncio di Vivek Ranadivè su Clubhouse
L’annuncio doveva arrivare sul finire della settimana, ma Ranadivè ha deciso di anticiparlo e la notizia è presto circolata su Twitter, tramite un post di Neil Jacobs. Con questa decisione la franchigia californiana prosegue con ancora maggiore decisione su una squadra la quale era già stata abbracciata nel corso del 2014, quando il team aveva deciso di vendere non solo i biglietti, ma anche il merchandising, gli hotdog e molto altro nella sua arena previo pagamento in asset digitali, reso possibile da un accordo con BitPay. Mentre nel 2019 aveva varato un accordo per il lancio del suo fan token, anche in quel caso anticipando tutti.
La reazione fuori luogo di Mark Cuban
La prima reazione da registrare alla notizia è stata quella di Mark Cuban. Il proprietario dei Dallas Mavericks, altra franchigia della NBA, ha in pratica deriso i Kings, affermando che ogni giocatore può scambiare il proprio stipendio in qualsiasi criptovaluta, a patto di volerlo. Una reazione forse spropositata, considerato come in più di una occasione la lega cestistica statunitense nel passato abbia cercato di impedire iniziative analoghe.
In particolare, l’NBA si era opposta al tentativo di Spencer Dinwiddie, point guard dei Brooklyn Nets, di lanciare una piattaforma di investimento basata su blockchain (la DREAM Fan Shares) utilizzando il suo contratto con i Brooklyn Nets alla stregua di garanzia. Con la quale il giocatore ed i suoi investitori avrebbero potuto guadagnare nel caso allo scadere del suo contatto triennale in vigore con il team, il giocatore fosse stato in grado di lucrare un accordo ancora più vantaggioso, a Brooklyn o in una nuova piazza.
Il legame tra sport e blockchain è sempre più saldo
Quello di Spencer Dinwiddie è solo uno dei tanti casi di atleti famosi che hanno optato per l’innovazione finanziaria. Il più clamoroso, sinora, è stato quello di Russell Okung, forte offensive tackle dei Carolina Panthers (NFL), il quale ha siglato un accordo con la società di pagamenti mobili Strike per la conversione dello stipendio ricevuto dalla sua squadra in Bitcoin.
Nel suo caso, però, il pagamento avviene appunto in valuta fiat la quale viene solo in un secondo momento convertita in denaro digitale. Nel caso dei Sacramento Kings, invece, la franchigia californiana provvede direttamente ad offrire la relativa funzione di pagamento. Proprio per questo il commento di Cuban, che è del resto soltanto da poco approdato ad un atteggiamento possibilista verso lo spazio crittografico, suona abbastanza eccessivo.