Il 2020 è stato l’anno di Chainlink. Un giudizio formulato da molti analisti, alla luce del clamoroso +1300% messo a segno nel corso dei dodici mesi in questione dal token. Tale da installarlo saldamente nella top ten di CoinMarketCap, con notevoli possibilità di attaccare presto le posizioni di Cardano, XRP e Tether. A meno che non si realizzi lo scenario da tregenda agitato da Criptowhale, noto investitore che nel corso degli anni non di rado è riuscito a capire in anticipo la direzione intrapresa dai mercati. 

Un anno clamoroso per LINK

Attualmente LINK si trova al settimo posto nella classifica di capitalizzazione di mercato. Il suo prezzo si è attestato a quota 22,97 dollari e per capire meglio il dato occorre ricordare che il primo gennaio del 2020 era ancora a 1,77. Se il suo andamento fa somigliare i grafici a vere e proprie montagne russe, con improvvise cadute e ancora più grandi risalite, va comunque sottolineato come il trend sia caratterizzato da una costante crescita. Tale da spingere gli analisti a chiedersi dove potrà arrivare Chainlink. Anche alla luce della sponsorizzazione del World Economic Forum.

Il World Economic Forum esalta Chainlink

Secondo il World Economic Forum (WEF), Chainlink è un vero e proprio pioniere tecnologico. Un avallo di non poco conto, considerato il prestigio di cui gode l’ente in tema di tecnologie di ultima generazione. Il quale sembra del resto giustificato, proprio alla luce dell’ambizioso scopo che si prefigge il progetto. Quello di fare da ponte tra la blockchain e il mondo esterno. In pratica, la rete decentralizzata di oracoli connette tramite API una blockchain, ad esempio quella di Ethereum, a risorse esterne, come possono essere i pagamenti bancari o retail, i dati di mercato, i  sistemi di backend, e qualsiasi API web esistente. In particolare, svolge due funzioni:
1) connette gli smart contract a dati esterni (offchain);
2) inserisce i dati nello smart contract in modo da produrre output esterni alla blockchain.
Funzioni che secondo gli esperti sono alla base del grande successo di Chainlink, il quale dovrebbe proseguire anche nell’immediato futuro.

Qualcuno non è d’accordo

Quanto affermato dal WEF rappresenta un biglietto da visita molto impegnativo agli occhi di molti investitori. Eppure, nel corso degli ultimi mesi più di una voce si è alzata per segnalare come Chainlink potrebbe essere nulla più di una bolla. Se molti hanno notato il parere negativo di Criptowhale, proprio alla luce della sua fama, anche Tone Vays non ha esitato a condividerne i toni apocalittici.
Occorre però sottolineare come quest’ultimo non goda certo di analoga fama. Nel corso del tempo, infatti, l’ex Risk Analyst di Bear Stearns ed ex Vicepresidente di JP Morgan Chase, ha toppato non pochi pronostici. In particolare su Litecoin, DASH, Augur e XRP. Proprio per questo motivo il suo pronostico relativo ad una probabile caduta di LINK è passato tutto sommato inosservato. Ciò non toglie, però, che potrebbe invece rivelarsi esatto. Ove ciò accadesse, gli scenari potrebbero rivelarsi abbastanza inquietanti, soprattutto per chi ha investito sul progetto.