Un aumento superiore al 14% nell’arco di sole 24 ore ha permesso ad Ethereum di toccare un nuovo massimo storico, varcando la soglia dei 1500 dollari. Per effetto di questo dato il token, il secondo in termini di capitalizzazione di mercato, alle spalle di Bitcoin, ha oltrepassato i 170 miliardi di dollari. Ennesima conferma di un trend che ha visto ETH protagonista di un fragoroso gennaio, nel corso del quale in 28 giornate consecutive ha chiuso oltre la soglia dei mille dollari.
- Ethereum
(ETH) - Prezzo $2,961.69
- Cap. del mercato
$345,383,085,211.00
A trainare il prezzo di Ethereum è soprattutto la DeFi
Secondo gli esperti di crittografia, a trainare il prezzo di Ethereum è in particolare il suo ruolo chiave all’interno della finanza decentralizzata (DeFi). In base ai dati di DeFi Pulse sarebbero ben 28 i miliardi di dollari attualmente bloccati nei protocolli DeFi basati su Ethereum, anche in questo caso un nuovo record. Considerato come la DeFi sia attesa ad una ulteriore crescita, non è difficile prevedere che anche Ethereum seguirà lo stesso andamento. Infrangendo quindi nuovi record e consolidando le sue posizioni alle spalle di BTC. Magari in attesa di provare l’assalto definitivo al trono detenuto dall’icona attribuita a Satoshi Nakamoto.
Quando arriverà Ethereum 2.0?
Un assalto, quello al Bitcoin, il quale dovrebbe avere come fondamento il prossimo aggiornamento di rete indicato dagli esperti come Ethereum 2.0 e noto anche come ETH 2.0 o “Serenity”, ormai atteso in maniera spasmodica dai fans. Di cosa si tratta? In pratica si tratterebbe di un aggiornamento del network teso a risolverne in maniera pressoché definitiva i problemi in termini di scalabilità e sicurezza.
Se la prima fase era attesa per il primo giorno di dicembre, la lentezza del processo di staking, inferiore alle attese, ha in pratica costretto a prorogare il big bang alle prime settimane di quest’anno. Contribuendo peraltro ad acuire l’attesa per un evento che promette di rappresentare una vera e propria rivoluzione.
L’arrivo del proof-of-stake
La vera differenza tra la prima e la seconda fase della vita di Ethereum è da rintracciare nella sostituzione dell’algoritmo di consenso sulla sua blockchain. Se sino a questo momento la rete ha fatto leva sul proof-of-work (PoW), la seconda fase vedrà la sua sostituzione con il proof-of stake (PoS).
Tra i due meccanismi esistono notevoli differenze: nel primo i minatori utilizzano la potenza di elaborazione dell’hardware del proprio dispositivo al fine di risolvere problemi matematici complessi e verificare le nuove transazioni in modo da aggiungerle alla catena, mentre nel secondo devono dimostrare il possesso di token per poter partecipare al sorteggio teso a stabilire il diritto di verificare una transazione.
Il problema energetico
Oltre a rendere molto più difficile un attacco 51%, terrore di tutti i progetti crittografici, il “forging” (o “minting”) è anche considerato meno energivoro rispetto all’altro sistema. Non solo dunque non è necessario dotarsi di macchinari molto potenti per partecipare al processo di estrazione dei blocchi, ma questo genere di operazione comporta costi molto meno salati a livello ambientale. Considerata l’attenzione dell’opinione pubblica verso la necessità di allentare l’inquinamento atmosferico, si può facilmente capire la grande attesa della community per la nuova fase.