Come era facilmente prevedibile, per l’exchange di criptovaluta Robinhood si preannunciano tempi duri. Dopo l’iniziativa di Janet Yellen, il Segretario al Tesoro dell’amministrazione Biden che ha convocato i vertici di SEC, FED e CFTC per discutere della questione innescata dalla sospensione delle contrattazioni su GameStop a danno dei propri utenti, ora iniziano ad arrivare le cause collettive. Le quali puntano naturalmente a mettere in risalto il vero e proprio conflitto di interessi derivante dal rapporto di Robinhood con Melvin Capital, l’hedge fund più colpito dal pump and dump di WallStreetBets.

La causa collettiva presentata a Houston

E’ proprio di queste ore la notizia relativa alla presentazione di una causa collettiva contro Robinhood presentata a Houston. La vertenza texana afferma in pratica che la situazione la quale si andava creando intorno alle azioni di GameStop rappresentava una vera e propria minaccia per gli attori tradizionali del mercato finanziario. Trattandosi però di molti dei maggiori clienti di Robinhood, la piattaforma ha deciso di privilegiarli rispetto ai piccoli, fermando le operazioni. Un bel controsenso per una struttura che opera in un settore, la crittografia, la quale si propone la decentralizzazione proprio per far saltare il dominio della finanza tradizionale.

Le violazioni di Robinhood

Se l’assunto è quello delineato, le conseguenze sono abbastanza logiche. Concretizzandosi nell’accusa a Robinhood e alle piattaforme che hanno operato allo stesso modo, a scapito dei piccoli utenti, di aver violato i contratti dei clienti, le responsabilità fiduciarie e le leggi sulle pratiche anticoncorrenziali e sulla fissazione dei prezzi.
La causa texana va ad aggiungersi a quella già presentata a Manhattan il 28 gennaio, su una linea molto simile. I due filoni possono ora unirsi automaticamente come attore mediante DoNotPay, nota piattaforma online per i diritti dei consumatori.

Una vicenda emblematica

Per capire la rilevanza della vicenda e l’impatto che sta avendo sulla società statunitense, occorre anche ricordare come essa fornirà la trama per un film della nota casa di produzione Metro Goldwin Mayer (MGM), prodotto dai gemelli Vinklevoss. Il quale si baserà su un libro di Ben Mezrich che deve ancora essere scritto, dal titolo emblematico: “The antisocial network”. Mentre Netflix ha a sua volta contattato lo sceneggiatore e giornalista Mark Boal, noto per aver scritto il film su Osama bin Laden, “Zero Dark Thirty“, uscito nel 2013, per avere una sceneggiatura sulla vicenda.

Per Robinhood si mette male

Considerato quanto sta accadendo a Ripple Labs e ai suoi dirigenti, chiamati in causa dalla Securities and Exchange Commission con l’accusa di vendita non autorizzata di titoli, per Robinhood le cose sembrano mettersi molto male. E nell’immediato il problema non sono tanto le cause legali, quanto la caduta di immagine della piattaforma. Di cui è abbastanza chiaro come sia difficile fidarsi, proprio in ragione dei rapporti con quella finanza tradizionale contro cui è nato il settore crittografico.
La sciagurata decisione di privilegiare gli hedge fund a discapito dei piccoli clienti ha in effetti destato grande scandalo presso una opinione pubblica la quale ormai da tempo vede con fastidio atteggiamenti di questo genere. Provocando di conseguenza una ferita che sarà difficile rimarginare.