Sembrano ormai lontani i tempi in cui la finanza tradizionale bollava Bitcoin alla stregua di una vera e propria lavanderia di soldi sporchi. O come una semplice bolla speculativa, dalla quale tenersi alla larga. A dimostrare il mutamento di atmosfera intorno alle criptovalute sono in particolare i report che vanno via via confermando la validità degli asset digitali. Non solo come strumenti in grado di rendere più veloci e convenienti le transazioni elettroniche, ma anche come veri e propri asset da investimento.
Il rapporto di Standard & Poor’s
L’ultima conferma in tal senso arriva da S&P Global, uno degli attori più rilevanti del mondo finanziario globale. I cui analisti non hanno avuto alcuna remora nel mettere nero su bianco la crescente importanza assunta dalle criptovalute. Affermando che gli asset digitali non solo sono diventati mainstream, ma sono anche destinati a restarlo.
Un vero e proprio sigillo ufficiale del quale dovrebbe giovarsi non solo il Bitcoin, ma anche gli altri progetti più rilevanti del settore, come Ethereum, Cardano, Litecoin o Bitcoin Cash. Sui quali ormai da tempo si va appuntando l’attenzione di chi è intenzionato a sfruttarne la crescita di popolarità.
Il motivo dell’autorevole avallo di Standard & Poor’s
Va peraltro sottolineato come il giudizio di Standard & Poor’s non sia altro che la presa d’atto di un trend in atto ormai da tempo. Il quale ha ad esempio spinto grandi fondi di investimento a puntare su BTC, come hanno del resto fatto alcune delle più importanti banche mondiali, le quali hanno ravvisato nel denaro virtuale uno strumento prezioso per ottimizzare i pagamenti transfrontalieri. Senza contare la recente integrazione delle criptovalute da parte di PayPal e altre piattaforme analoghe, almeno in alcuni Paesi. Cui va ad aggiungersi la nuova situazione creata dalla crisi economica in atto. La quale ha spinto un notevole numero di trader a cercare nuove occasioni di investimento in grado di remunerare capitali disimpegnati da una Borsa sempre più rischiosa.
Per le criptovalute si apre una nuova fase
Se nell’immediato per il denaro virtuale non sembra cambiare molto, resta l’importanza della presa d’atto da parte del mondo finanziario della sua potenzialità. Tale da poter facilitare, in ultima analisi, quello che è il vero obiettivo di fondo delle criptovalute, ovvero l’adozione di massa. Un obiettivo che al momento sta andando avanti soprattutto nei Paesi ove i livelli inflattivi troppo elevati della valuta tradizionale hanno già spinto grandi masse di lavoratori e pensionati a scambiare i propri emolumenti mensili in Bitcoin o Altcoin, in modo da garantire per quanto possibile il proprio valore d’acquisto. Basti pensare in tal senso alla situazione di Argentina e Venezuela, con peso e bolivar i quali sono praticamente considerati alla stregua di carta straccia.
Mentre in molti altri Paesi le necessità sanitarie indotte dalla diffusione del Covid hanno spinto molte persone a prendere in considerazione l’idea di ricorrere al denaro virtuale. Una precauzione tesa ad evitare i rischi connessi all’utilizzo di banconote sospettate di poter essere un potenziale veicolo di contagio, la quale sembra destinata comunque a favorire la popolarità del denaro virtuale.