Venmo, lo United States Consumer Financial Protection Bureau sta indagando sull’app crypto di PayPal

Lo United States Consumer Financial Protection Bureau degli Stati Uniti sta indagando su Venmo, l’app di PayPal che sta adottando la crittografia. La società ha infatti affermato di aver ricevuto il mese scorso la notifica di una indagine civile da parte delle autorità. L’accusa sarebbe di aver condotto trasferimenti di fondi e processi di raccolta non autorizzati. La notizia è arrivata abbastanza a sorpresa, turbando la soddisfazione dei vertici aziendali per l’ottimo momento dell’app. Considerato quanto sta accadendo intorno a Ripple, la notizia non è proprio da prendere con sufficienza da parte dei vertici di Venmo.

Cos’è Venmo: i motivi del suo successo

Venmo è un servizio di pagamento mobile il quale permette a due o più utenti di trasferirsi reciprocamente fondi. Creato da due studenti dell’Università della Pennsylvania nel corso del 2009, è poi passata a PayPal quattro anni dopo, per una cifra pari a 800 milioni di dollari.
Il servizio è considerato l’ideale per chi si trova nella necessità di inviare piccole quantità di denaro, magari per pagare un passaggio su Uber o dividere il conto della cena, inviare regali di compleanno e molto altro. La maggior parte di queste transazioni non vede l’aggravio rappresentato dalle commissioni, regalando notevole appeal all’applicazione. Tanto da calamitare decine di milioni di utenti i quali ogni mese danno vita ad un consistente scambio di soldi.

Il passaggio di Venmo alle criptovalute

Nel corso dell’anno appena concluso, PayPal ha dichiarato il passaggio di Venmo alle criptovalute. I pagamenti, quindi, presto potranno essere effettuati anche in Bitcoin e principali Altcoin (Ethereum, Bitcoin Cash e Litecoin).
Al fine di consentire agli utenti di usufruire dei servizi relativi al commercio di risorse crittografiche, PayPal ha ricevuto una licenza condizionale dal Dipartimento dei servizi finanziari dello Stato di New York (NYDFS), con la quale opera al momento. Una mossa la quale è stata giudicata molto proficua proprio dai vertici di PayPal, i quali hanno rilevato un notevole aumento degli utenti sulla propria rete, dopo la decisione di permettere l’acquisto, la vendita e l’archiviazione di valute digitali. Un servizio che, appunto, sarà oggetto di integrazione su Venmo nell’immediato futuro. 

Venmo: cosa potrebbe accadere ora?

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Venmo, infatti, si trova in un momento molto positivo nella serrata competizione con Cash, l’app gestita dal processore di pagamenti Square Inc. Nel corso dell’ultimo trimestre del 2020, infatti, ha elaborato circa 47 miliardi di dollari sotto forma di pagamenti, con un aumento nell’ordine del 60% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Naturalmente l’indagine avviata dallo United States Consumer Financial Protection Bureau è ancora ai primi passi. Occorre quindi cercare di capire quanto siano giustificati gli appunti che l’agenzia muove nei confronti di Venmo. Notizie più consistenti in tal senso potrebbero già arrivare nel corso dei prossimi giorni. Considerata l’offensiva della Securities and Exchange Commission contro Ripple Labs, per la vendita non autorizzata di titoli, i vertici di Venmo dovrebbero avere comunque l’accortezza di non sottovalutare la questione.